Nell’epoca dell’informazione inondante e dell’isolamento, il momento storico della pandemia ha forgiato un nuovo paesaggio emotivo e cognitivo. È questa l’ispirazione per l’installazione di Paolo Bianchi “Scomposto”, raffigurante gli effetti disgreganti per l’individuo della sovrabbondanza di informazioni.
La Rassegna Fragmented Identities
A Luglio 2021 un’opera d’arte interattiva e multimediale ha fatto vibrare Palazzo Albrizzi di Venezia, nell’ambito della rassegna d’arte Borders Art Fair – Fragmented Identities. La manifestazione espone le proposte di artisti nell’ambito della pittura, scultura, fotografia, arte visiva e performativa. L’installazione “Scomposto” di Paolo Bianchi, Art Director dell’agenzia di comunicazione Enfasia Srl, ha catturato l’attenzione del pubblico con la sua potente rappresentazione visiva dell’era moderna, portando gli spettatori in un mondo in cui informazione, tecnologia e natura si intrecciano in una danza complessa.
Una Metafora Visiva
L’opera si presenta come una serie di quattro colonne a base quadrata, realizzate con materiale naturale di origine OSB. Questi pilastri sembrano tronchi e su ognuno di essi si erge un televisore a tubo catodico di dimensioni diverse. Alla base un tappeto d’erba che invita lo spettatore a salire. Anche se obsoleti, i televisori evocano la potenza della tecnologia e sottolineano la sua rapida avanzata. Il tappeto rappresenta la natura, che viene calpestata per alimentare le nuove tecnologie.
L’Esperienza Interattiva dell’installazione
Ciò che rende l’installazione davvero straordinaria è l‘esperienza interattiva che offre ai visitatori. Una videocamera riprende i fruitori senza registrare e l’immagine catturata viene divisa in quattro parti e trasmessa in modo scomposto su ciascuno dei quattro televisori. Questo avviene solo quando il visitatore decide di posizionarsi sul tappeto d’erba che nasconde un sensore di pressione che attiva l’esperienza. La magia si interrompe quando il fruitore si allontana dal tappeto, abbandonando l’opera.
Una Riflessione Profonda
“Scomposto” è molto più di una semplice installazione artistica; è una riflessione profonda sulla nostra relazione con la tecnologia, l’informazione e il mondo naturale che ci circonda. Lo spettatore, vedendo la sua immagine disgregata nei televisori, proverà sorpresa, incredulità o divertimento? Cercherà di interagire-reagire per ricomporre la propria immagine, oppure senza farsi troppe domande, si scatterà un selfie? Qualsiasi reazione mostrerà però una realtà non più tangibile, fatta di sfarfallii, vibrazioni e cariche elettrostatiche. Metafora di come l’informazione e la tecnologia possono alterare la percezione della realtà e influenzare la nostra individualità aumentando lo smarrimento e l’alienazione.
Un Messaggio Ecologico
L’opera di Paolo Bianchi va ancora più oltre la riflessione profonda sulla disgregazione dell’individuo. Il tappeto d’erba su cui gli spettatori si posizionano è una potente metafora ecologica delle azioni distruttive dell’umanità nei confronti della natura. Ogni passo compiuto dai visitatori causa il deterioramento del tappeto d’erba, portando alla mente l’idea che l’uso e l’abuso della tecnologia spesso vanno a discapito dell’ambiente naturale. L’installazione “Scomposto” di Paolo Bianchi è molto più di un semplice display artistico; è un’esperienza coinvolgente che attraverso l’interazione e il simbolismo invita gli spettatori a riflettere sulla complessità della società moderna. L’artista ci costringe a guardare in faccia gli effetti disgreganti e frastornanti di una eccessiva esposizione ad informazioni e notizie, sollecitazioni eccessive che finiscono per scomporre la nostra capacità cognitiva e la nostra stessa umanità nel contesto di un mondo in continua evoluzione.