Poco più di un mese fa gli hashtag, o #hashtag, hanno compiuto 10 anni di vita che nel mondo dei social corrisponde a due ere geologiche! Non li possiamo più considerare un mero elemento tecnico, visto che ormai sono utilizzati in qualsiasi forma di comunicazione anche semplicemente come metafora.
Anche per questo motivo è opportuno conoscere a fondo cosa sono
Cosa sono gli hashtag
Volendo dare una definizione tecnica, gli hashtag sono un sistema grazie al quale, all’interno di una piattaforma che li riconosca come tali, qualsiasi parola si trasforma in una keyword (parola chiave) di ricerca mettendo davanti il simbolo # (cancelletto). Così “comunicazione” diventa #comunicazione se si vuole ricercare tutti i contenuti collegati a quel concetto.
Anche se può sembrare inizialmente strano, il termine Hashtag è uno dei più idonei tra i tanti neologismi che affollano la comunicazione digitale, perché HASH=cancelletto e TAG=Etichetta, quindi il cancelletto che trasforma la parola in una etichetta.
Come sono nati ed evoluti gli Hashtag
Se è vero che gli hashtag si sono diffusi inizialmente su Twitter dal 2009, la loro ideazione ha una storia particolare. Infatti come abbiamo detto, compiono dieci anni perché nel 2007 su Twitter che Chris Messina propose di raggruppare i messaggi con questa soluzione di una parola-chiave creata con il cancelletto.
how do you feel about using # (pound) for groups. As in #barcamp [msg]?
— Chris Messina ☠️ (@chrismessina) 23 agosto 2007
Curiosità è che Chris lavorava per Google, e Twitter gli aveva inizialmente respinto l’idea per voce del co-fondatore Biz Stone “È una proposta indubbiamente carina, ma purtroppo devo tornare rapidamente al lavoro”.
Passarono due anni e Twitter ci ripensò, lanciando ufficialmente nel 2009 gli hashtag come una delle opzioni della piattaforma: cliccando sull’hashtag si apriva una pagina per vedere tutti i messaggi collegati.
Da allora l’evoluzione è stata enorme, ad esempio ora cliccando sull’hashtag si possono vedere i messaggi divisi in categorie: più recenti, più popolari, solo foto, etc.
Inizialmente gli hashtag sono rimasti una esclusiva di Twitter, accelerando la crescita della pitafforma: ad esempio è sempre più facile focalizzare la comunicazione intorno ad un evento sportivo, ad una trasmissione televisiva o ad un fatto di cronaca.
Ci sono voluti un po’ di anni per vedere poi gli hashtag adottati anche da altri social media, anche se con diversi livelli di importanza: se su Instagram sono il fattore determinante di visibilità, su Facebook e Linkedin sono ancora poco utilizzati.
Come si usano gli hashtag
Innanzitutto ricordiamo alcune caratteristiche per utilizzare gli hashtag
- la parola non deve comprendere punteggiatura, simboli e caratteri speciali
- è meglio evitare lettere accentate, che possono essere più difficili da inserire;
- ci possono essere più hashtag nello stesso messaggio, in base al limite e alla netiquette di ogni piattaforma.
Sebbene tecnicamente abbiamo la stessa funzione che avevano all’inizio, gli hashtag hanno acquisito più “vesti” relativamente al modo in cui possono essere utilizzati, anche con qualche distorsione.
Utilizzare un hashtag già noto
L’uso più semplice è inserire all’interno del nostro messaggio un #hashtag già utilizzato su quella piattaforma in modo che sia visibile all’interno della conversazione.
Se ad esempio c’è una partita di #calcio tra Juventus e Roma è facile che uno degli hashtag più in voga sia #JuveRoma: se vogliamo esprimere il nostro parere sulla partita, possiamo scrivere “è sempre un piacere vedere partite di #calcio come #JuveRoma”.
Allo stesso modo poi possiamo cliccare su quel determinato hashtag per vedere tutti i messaggi collegati e intervenire su quelli degli altri con commenti, rewteet, like o le azioni che ci consente quel determinato social media.
Creare un nuovo hashtag
Il secondo utilizzo è quello di creare un nuovo hashtag per una qualsiasi nuova situazione (evento sportivo, trasmissione, etc.) intorno alla quale vuoi che si generi una conversazione sui social che possa essere aggregata.
Alcuni suggerimenti utili:
- utilizzare parole semplici e corte, esempio per l’evento de I Fuori Classe a Macerata utilizzeremo l’hashtag #NutritiDiEmozioni;
- controllare che quell’hashtag non sia già stato utilizzato in passato. Nel caso lo fosse e si vuole comunque usare, ci sono alcuni accorgimenti da tenere;
- verificare che quell’hashtag sia comprensibile al pubblico a cui ti rivolgi, ad esempio se è un pubblico internazionale.
Cosa non fare con gli Hashtag
Come abbiamo detto, gli hashtag vengono usati anche a sproposito, un po’ come succede in tutti campi della comunicazione.
Vediamo le distorsioni più comuni dai quali si può riconoscere se l’utente è esperto o meno.
Si vedono spesso tweet con ogni parola trasformata in un hashtag, tipo: #oggi è una #giornata #pessima per il #maltempo in #tutta #Italia.
È un uso che non ha senso, perché molte parole comuni non portano a nessun’altra conversazione e quindi è inutile taggarle.
Sempre su Twitter è facile trovare messaggi che comprendono 6-7 hashtag più in tendenza in quel momento, per tentare di avere visibilità in ogni modo, ad esempio: oggi non si parla che di #calcio o #politica e considerando che è #Ferragosto non è il #massimo.
Sebbene non ci sia nulla di tecnicamente scorretto, sono pratiche che non rispettano la netiquette dei social.
Infine si vede un uso dissennato degli hashtag a prescindere dalla piattaforma, ne parliamo anche qui: ad esempio Instagram consente di inserire fino a 30 hashtag e consiglia di inserirne tanti, mentre su Facbook è una pratica che non serve e soprattutto disturba chi legge.